Una lettera da uno studente in crisi
Al secondo anno di Università, ho il dubbio di aver sbagliato Facoltà
Ho deciso di scrivere cercando un parere di qualcuno esperto che possa darmi qualche dritta. Sono uno studente universitario di 23 anni e da un po’ di tempo sento che sto estraniando il mio “malessere”, che credo di aver tenuto nascosto per troppo tempo. Frequento un corso di laurea in infermieristica, scelto senza avere le idee ben chiare su chi volessi essere in futuro, e scelto anche dal fatto che offre possibilità di lavoro quasi immediate.
Primo anno esami superati, poi la crisi
Il primo anno di università andò bene feci tutti gli esami, il tirocinio, ero carichissimo ed ero tranquillo. Dall’ inizio del secondo semestre, del secondo anno, le cose sono cambiate drasticamente. Non sono più andato a lezione e non ho più aperto libro e passavo intere giornate a casa, uscivo solo per la spesa e non vedevo mai nessuno. Non facevo quasi niente, salvo guardare la tv o suonare la chitarra. E’ stato un periodo buio mi sentivo come depresso e ho nascosto a tutti questa cosa pensando di volerla superare da solo; sono stato solo con me stesso per molto tempo cercando di voler capire cosa mi stava prendendo. Ho avuto anche delle storie amorose perciò sapevo di non essere malato o depresso del tutto o grave altrimenti non avrei avuto nemmeno una relazione. Così ho perso un anno senza far nulla, odiavo il posto in cui studiavo la didattica gli insegnanti, tutto (studiavo in un paesino piccolo una frazione di una università) e cosi decisi di cambiare posto in cui studiare sperando di ritrovare un po’ di motivazione.
Tentativi di superare da solo il blocco universitario
Mi sono trasferito in una grande città ed entusiasta ho iniziato l’anno accademico da ripetente. Frequentavo e mi facevo stimolare dalla città ma notavo che facevo comunque fatica a studiare a orientarmi nella nuova didattica, non riuscivo a legare con i nuovi colleghi( non ho mai avuto difficoltà nel farmi amici ) e iniziavo a non frequentare nuovamente. Mi trovavo scuse le prime volte quando mi cercavano, anche i prof.(molto disponibili ma severi) mi sollecitavano a farmi vedere di più e a partecipare e io ho sempre inventato scuse così ho iniziato a fregarmene e a studiare per fatti mie solo per passare gli esami che mi stavano bloccando. Intanto niente esami niente risultati ho perso un altro anno di università. Ho iniziato poi un altro anno accademico con altri colleghi e senza risultati e attuando sempre lo stesso comportamento, non andavo a lezione mi interessavo sempre meno alle materie e studiavo solo per un esame che mi poteva far accede al tirocinio e continuare il percorso.
Bloccato da un esame che non riuscivo a passare , non riuscivo più a studiare non andavo in reparto da un anno e mezzo ormai, cosi chiesi di fare delle ore di tirocinio di volontariato, anche per rendermi conto se ancora mi piaceva. Ho fatto questo tirocinio ed ero di nuovo contento. Ora penso che ero contento perchè davo un senso alla giornata, mi svegliavo la mattina sapendo di dover fare qualcosa di dover occupare del tempo. Ho iniziato seriamente a pensare che forse ho sbagliato percorso, che mi sono mentito per troppo tempo.
Dubbi attuali, a 23 anni non so cosa fare: proseguire o cambiare facoltà? chi sono io e cosa voglio?
Credo di non vedermi più in quella professione nonostante mi ci sia affezionato, e non mi sentirei realizzato. Non ho voluto mollare perchè sono orgoglioso non volevo deludere i miei genitori, ma forse dovevo svegliarmi prima e non fargli spendere tutti quei soldi. Le ho provate tutte dal trasferimento ma non è cambiato niente, ho cercato il sostegno nel superare questa crisi, ne ho parlato con le persone a me care ma non è cambiato niente.
Cambiare mi spaventa, proseguire sono in dubbio
Quello che so ora è che vorrei fare qualcosa di più ambizioso qualcosa che mi permetta una carriera che mi faccia essere benestante. Prima non avevo mai pensato ad una cosa del genere, non ho mai avuto ambizioni, sento di aver maturato in questo periodo buio questa scelta, ma ora mi sento davvero in difficoltà. Le persone a cui ne ho parlato sono rimaste spiazzate, non si aspettavano questa mia voglia di cambiare. Pensavo di fare un percorso come ingegneria o economia solo che ho paura di fallire. Ho paura di non essere bravo e di non potercela fare. Al liceo ero un po’ una testa calda e in matematica e fisica non ero un asso. Mi sento offuscato, come se non avessi mai valutato altre opzioni oltre a infermieristica come se esistesse solo quel corso che potessi fare solo quello. Ho deciso di dire basta a questa situazione perchè sento che sta compromettendo le sfere più importanti della mia vita, ma non so come muovermi cosa fare! Devo fare 23 anni tra un paio di mesi e sono senza niente di concreto in mano, quando miei coetanei si laureano lavorano gli va tutto alla grande. Io non so come risolvere questa situazione, sono spaventato, senza energie, sento che quel corso mi ha assorbito molto e ora il mollare questa facoltà mi fa sentire spaventato e insicuro . Cosa mi consigliate? Ho bisogno di un parere estraneo. Grazie anticipatamente per l’attenzione.
La psicologa consigliere di orientamento professionale risponde
Gentile studente in crisi, non hai mai pensato in tutto questo tempo di rivolgerti a un Centro di orientamento? anche all’interno dell’Università? O a uno psicologo che sia preparato in questo settore? Ci potrebbero essere diversi fattori che ti hanno condotto a questo periodo di stand-by: intanto dici che al liceo non ti applicavi con costanza, poi non spieghi le motivazioni che ti hanno spinto a iscriverti alla facoltà di Scienze infermieristiche: qualcuno già nel settore a livello familiare? amici , parenti? non è chiara la scelta che hai fatto senza prima analizzare i tuoi obiettivi, il tuo Io ideale e come ti potevi vedere in un prossimo futuro a breve -medio termine. Altro elemento: improvvisamente ti accorgi che vuoi condurre una vita da benestante e pensi che una facoltà come ingegneria (a titolo di esempio) possa condurti a questo obiettivo. A parte il fatto che non è scontato, che il percorso è lungo e impegnativo, che devono piacere le materie (cosa che mi pare tu non prendi mai n considerazione nemmeno nella facoltà che hai seguito fin ora), a parte ciò, non è consigliabile seguire un ciclo di studi lungo e impegnativo solo per il motivo – tutto esteriore – della gratificazione economica, perchè il rischio rimane lo stesso che stai attraversando, quello di perdere la motivazione profonda, che deve essere intrinseca alla persona e non esterna. Un lavoro deve piacere, prima di tutto, e occorre andare volentieri , non solo per lo stipendio. Anche perchè in queste ipotetiche condizioni è difficile arrivare a livelli tali di carriera che consentano una vita davvero agiata. Come dire, che quando una professione è per obbligo, non si dà il massimo di sè. Una scelta troppo precoce e affrettata? E’ anche vero che la scelta a 19 anni puo’ essere stata per te troppo precoce e ti sei reso conto in seguito dei tuoi dubbi. Considera che a questa età, dai 19 ai 22-23 anni si ha anche il compito, alquante importante, di definire la propria identità, e sarà in base a questa che poi la scelta verrà condotta in modo più chiaro e opportuno. Come dire che, se a 19 anni non si sa ancora chi si è e cosa si vuole dalla vita, è possibile che a 23 si abbiano le idee piu chiare. Ad esempio ho notato che piu volte affermi che il tirocinio ti ha gratificato ed è stato questo impegno concreto, in qualche modo lavorativo in reparto, a ridarti la carica e la forza di non mollare gli studi. E’ possibile che tu abbia bisogno , più che di studiare solo a livello teorico, di un inserimento pratico nel mondo del lavoro, eventualmente frequentando corsi serali o comunque sperimentarti nel lavoro ti dà quelle gratificazioni che lo studio non ti dà. Occorre tenere presente questa tua necessità e modo di essere. ù Il consiglio della Psicologa Il mio consiglio è chiedere un aiuto a specialisti del settore, per chiarire a te stesso chi sei e cosa desideri realizzare, indipendentemente dal denaro investito dai tuoi genitori e dal timore di deluderli. Con questi pensieri non farai altro che rimanere intrappolato nella non-scelta. Occorre chiarire la tua identità prima di tutto, i tuoi obiettivi veri in seguito e quindi da lì un ventaglio di possibili scelte. Può anche essere che, trovandoti lontano da casa, come mi è parso di intuire, lo scoglio possa anche essere stato il senso di solitudine , l’aver dovuto cambiare del tutto stile di vita, aver lasciato i vecchi amici. Insomma, dal chiarimento arriverà una sana decisione. A volte sono sufficienti alcuni colloqui e non sempre, alla tua età, servono tests psicoattitudinali, a me sembra un problema legato all’identità. Dott.ssa Paola Federici, Psicologa psicoterapeuta, Consigliere d’orientamento scol. e professionale. Psicopedagogista. |