Da diverso tempo sto osservando nelle abitudini sociali come dei comportamenti che fino a pochi anni fa erano considerati segnali di maleducazione, stiano diventando oggi abitudini sempre più comuni, quindi non solo accettate e tollerate, ma consolidate.
I tempi attuali stanno cambiando con una velocità che mai in passato avremmo immaginato. Le regole che i genitori insegnavano ai figli sul rispetto degli altri, del loro tempo, della loro privacy, del loro spazio, sembrano in poco tempo non avere più importanza per nessuno.
Riporto alcuni esempi di vita sociale con inquinamento acustico.
Un viaggio in treno, o in pulman ad esempio. Un tempo non c’era l’abitudine all’uso costante dei cellulari. Si rispondeva al telefono e stop. Con i cellulari di oggi abbiamo a disposizione il mondo in una mano. La dipendenza dal cellulare non è solo delle nuove generazioni, si è ampliata su larga scala. Si rimane sempre collegati al mondo. Non tutti però si procurano gli auricolari e un viaggio in treno rischia di diventare un bazar. Un vero mercato in tutte le lingue: la figlia che chiama la mamma, il fidanzato che racconta la giornata alla sua bella. Il tutto a piena voce e in mezzo a decine di viaggiatori che fanno altrettanto. Come essere a un mercato.
Pare che a nessuno dia fastidio sentire quel continuo urlare a voce alta, a parte qualcuno della generazione più che adulta. Coloro che hanno ricevuto e impartito ancora regole di educative rimangono una triste e allibita minoranza.
Chi abita in un condominio si deve arrendere allo stesso strepito menefreghista. Le Tv a tutto volume, anche la notte. I sabati e le domeniche è tutto un battere di martelli, rumore di trapani, musiche dal ritmo ripetitivo e assordante dai balconi e dalle finestre, dai muri sottili e da un appartamento all’altro. A tutte le ore aspirapolveri e battitappeti.
Nei cortili i bambini strillano e giocano a ogni orario. Alle 13, 30, alle 14, alle 15 in barba agli orari di silenzio. La sera in estate fino a mezzanotte. I genitori intanto fanno capannello con gli amici all’esterno, cenano, brindano, fanno grigliate in barba agli odori che invadono gli appartamenti.
Appeso nell’atrio di ingresso un piccolo e triste quadretto col regolamento di condominio che nessuno legge. L’amministratore dice che chiamerà, ma non se ne ricorderà.
Troppa fatica.
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